Informazione: no al bavaglio!
Chiudiamo la bocca ai giornalisti con un bel bavaglio.
Questo e’ l’ ordine del sultano del protettorato del Bunga-bunga dato ai suoi scherani. Dopo avere ottenuto alla Camera il voto favorevole sul cosiddetto ‘’processo breve’’, il satrapo ha ordinato ai suoi ‘’bravi’’ di imbavagliare i giornalisti.
Nelle prossime ore torneranno alla carica, lo faranno sia per riportare in aula la legge berlusconissima, sia, come sostiene il collega Beppe Giulietti, deputato del Pd, portavoce di Articolo 21, per distrarre tutti noi dalle porcate appena approvate.
In particolare la ciurmaglia di Berlusconi, dietro ordine del capo, dovra’ far si’ che le intercettazioni non siano piu' mezzi di ricerca della prova, ma semplici strumenti di investigazione. E, come tali, non finiranno nei fascicoli processuali e non saranno pubblicabili. In questo modo secondo i corifei del premier si taglierebbero alla radice altri problemi, oltre a quello dell'utilizzo distorto delle intercettazioni in fase processuale. In nome della "tutela della privacy", infatti, gli ascolti di conversazioni o comunicazioni telefoniche, essendo a solo uso degli investigatori, non potrebbero far parte di fascicoli contenenti atti pubblicabili. Con questa proposta, mai piu', quindi, casi Ruby (se fosse approvata) con centinaia e centinaia di stralci di intercettazioni delle ragazze dell'Olgettina a rivelare all'opinione pubblica i particolari delle feste nelle ville del premier Berlusconi.
Ancora una volta il centrodestra sferra un attacco alla liberta’ di informazione e al diritto dei cittadini di essere informati.
Dal 1993, data di inizio di Tangentopoli, fino ad oggi sono stati almeno quattordici i tentativi di comprimere la libertà di stampa con proposte di restrizione della libertà personale dei giornalisti e divieto di pubblicazione dei contenuti delle intercettazioni telefoniche, strumento decisivo nelle indagini giudiziarie e amministrative. La proposta di legge-bavaglio, modificando la normativa sulle intercettazioni, minaccia il diritto dei giornalisti a informare e quello dei cittadini a conoscere i fatti. Come cronista, ex componente della giunta esecutiva del’ Unione Cronisti, da sempre ho condannato gli abusi nella pubblicazione delle intercettazioni e ho d’altro canto rilevato come nel nostro ordinamento esistano già norme e contrappesi in grado di punire le eventuali offese alla dignità delle persone. Ma mi oppongo con decisione e convinzione, così come fatto sino ad oggi, a ogni tentativo di emanare norme liberticide, in contrasto con l’articolo 21 della Costituzione.
Dal 1993, data di inizio di Tangentopoli, fino ad oggi sono stati almeno quattordici i tentativi di comprimere la libertà di stampa con proposte di restrizione della libertà personale dei giornalisti e divieto di pubblicazione dei contenuti delle intercettazioni telefoniche, strumento decisivo nelle indagini giudiziarie e amministrative. La proposta di legge-bavaglio, modificando la normativa sulle intercettazioni, minaccia il diritto dei giornalisti a informare e quello dei cittadini a conoscere i fatti. Come cronista, ex componente della giunta esecutiva del’ Unione Cronisti, da sempre ho condannato gli abusi nella pubblicazione delle intercettazioni e ho d’altro canto rilevato come nel nostro ordinamento esistano già norme e contrappesi in grado di punire le eventuali offese alla dignità delle persone. Ma mi oppongo con decisione e convinzione, così come fatto sino ad oggi, a ogni tentativo di emanare norme liberticide, in contrasto con l’articolo 21 della Costituzione.
‘’Non bisogna – scrive Beppe Giulietti nel suo blog - cadere nella trappola di sempre, anzi è necessario rilanciare: loro vogliono nuovi bavagli, noi dobbiamo batterci strenuamente contro quelli che già ci sono, ai quali troppi si sono già abituati e rassegnati.
Ai proclami berlusconiani basterà, almeno per ora, rispondere sventolando la risoluzione con la quale il Parlamento europeo ha già bocciato l’analoga legge ungherese l’11 marzo scorso.
Ci provino gli idioti a ripresentarla, e poi chiedano anche aiuto sulla immigrazione alla Unione europea.
Ci provino e gliela faremo a pezzi in tutte le sedi internazionali, a cominciare dalla Corte europea.
Ci provino e faremo nostro l’appello lanciato a suo tempo da Marco Travaglio alla obiezione di coscienza. Purtroppo per loro troveranno sempre giornalisti, siti, blog, cittadini che non si faranno acquistare come un deputato qualsiasi e resteranno fedeli all’articolo21 della costituzione.
Le notizie usciranno comunque, magari useremo le lenzuola e le esporremo ai balconi, saranno le lenzuola tricolori della libertà. Prima che ci riprovino denunciamoli noi, facciamo conoscere i numeri della vergogna quelli relativi al pluralismo nelle reti Raiset e che segnalano la sistematica violazione delle leggi esistenti e dei medesimi trattati internazionali.
Le autorità di garanzia del settore intervengono tardi e male, un uomo solo ha assunto il controllo del telecomando. Le prossime elezioni amministrative e l’appuntamento referendario saranno pesantemente condizionati da un broglio mediatico che sta pesantemente condizionando il libero esercizio del voto’’.
Una informazione davvero libera, non puo’mai essere sottoposta a revisioni di comodo o condizionamenti di parte. La Costituzione e le norme vigenti già da decenni garantiscono efficacemente sia la libertà di stampa, sia la dignità dei cittadini. Proprio per questo il dibattito perenne e talvolta surreale su come i giornalisti debbano lavorare risulta oltremodo pericoloso. Leggi e regole ci sono, basta applicarle. Qualora questi reiterati attacchi dovessero nuovamente sfociare in ipotesi legislative lesive del diritto di cronaca e della professione giornalistica, i giornalisti devono reagire con fermezza e compattezza, e a mobilitarsi in ogni sede riattivando, in stretta sinergia con l’Ordine dei giornalisti e la Federazione della Stampa, quel sistema di alleanze sociali e civili che ha sinora impedito provvedimenti liberticidi.
Ai proclami berlusconiani basterà, almeno per ora, rispondere sventolando la risoluzione con la quale il Parlamento europeo ha già bocciato l’analoga legge ungherese l’11 marzo scorso.
Ci provino gli idioti a ripresentarla, e poi chiedano anche aiuto sulla immigrazione alla Unione europea.
Ci provino e gliela faremo a pezzi in tutte le sedi internazionali, a cominciare dalla Corte europea.
Ci provino e faremo nostro l’appello lanciato a suo tempo da Marco Travaglio alla obiezione di coscienza. Purtroppo per loro troveranno sempre giornalisti, siti, blog, cittadini che non si faranno acquistare come un deputato qualsiasi e resteranno fedeli all’articolo21 della costituzione.
Le notizie usciranno comunque, magari useremo le lenzuola e le esporremo ai balconi, saranno le lenzuola tricolori della libertà. Prima che ci riprovino denunciamoli noi, facciamo conoscere i numeri della vergogna quelli relativi al pluralismo nelle reti Raiset e che segnalano la sistematica violazione delle leggi esistenti e dei medesimi trattati internazionali.
Le autorità di garanzia del settore intervengono tardi e male, un uomo solo ha assunto il controllo del telecomando. Le prossime elezioni amministrative e l’appuntamento referendario saranno pesantemente condizionati da un broglio mediatico che sta pesantemente condizionando il libero esercizio del voto’’.
Una informazione davvero libera, non puo’mai essere sottoposta a revisioni di comodo o condizionamenti di parte. La Costituzione e le norme vigenti già da decenni garantiscono efficacemente sia la libertà di stampa, sia la dignità dei cittadini. Proprio per questo il dibattito perenne e talvolta surreale su come i giornalisti debbano lavorare risulta oltremodo pericoloso. Leggi e regole ci sono, basta applicarle. Qualora questi reiterati attacchi dovessero nuovamente sfociare in ipotesi legislative lesive del diritto di cronaca e della professione giornalistica, i giornalisti devono reagire con fermezza e compattezza, e a mobilitarsi in ogni sede riattivando, in stretta sinergia con l’Ordine dei giornalisti e la Federazione della Stampa, quel sistema di alleanze sociali e civili che ha sinora impedito provvedimenti liberticidi.
Dietro il pretesto della tutela della privacy, non dei cittadini bensì della casta, del potere, infatti, si nascondono i disegni di prevaricazione dei potenti: difendere i propri privilegi con una sorta di salvacondotto, imporre il silenzio totale sui fatti e sui misfatti della cronaca di tutti i giorni, mettere la sordina sull’intreccio fra politica e malaffare, tarpare le ali alla critica e alla mediazione giornalistica. Appare chiaro che qualsiasi provvedimento legislativo sulle intercettazioni si riserva lo scopo di assicurare una specie di immunità, benchè, in democrazia, la rilevanza dei comportamenti non sia soltanto giuridica, ma anche politica, sociale ed etica. Per affidare un minimo di credibilità ad un eventuale disegno di legge sarebbe più convincente escludere dalla disciplina gli atti riguardanti le cariche elettive di ogni livello e gli amministratori di società pubbliche o a partecipazione statale, attuando cosi’ la piu’ totale trasparenza sugli atti della casta dei potenti.
‘’ Per queste ragioni – scrive ancora Giulietti - le associazioni Articolo21 e il Futurista, hanno deciso di presentare un esposto all’Ocse con il quale chiedere alle autorità internazionali di mandare gli ispettori e di procedere loro al monitoraggio sui media nazionali e di segnalare la situazione di grave anomalia che pone l’Italia fuori dal contesto europeo.
Non siamo abituati a tirare in ballo il presidente Napolitano, ma quanto sta accadendo nel polo Raiset rappresenta una vera e propria emergenza democratica che richiede la più attenta e rigorosa vigilanza perchè sono in gioco beni e valori costituzionali non comprimibili, pena lo svuotamento sostanziale dell’ordinamento democratico.
Nei giorni scorsi i segretari dei partiti di opposizione avevano annunciato, almeno su questo tema, una iniziativa comune. Sarà il caso che la facciano subito, perchè, nei prossimi giorni, l’oscuramento crescerà, e voleranno randellate mediatiche contro gli oppositori, moderati o radicali che siano, alti o bassi, credenti o atei, Berlusconi non farà eccezioni.
Non limitiamoci a contrastare i bavagli che verranno, cominciamo a strappare quelli che già ci sono, contrastandoli ovunque: nelle redazioni, nei tribunali, nel parlamento, nella rete, nelle piazze, ovunque sarà possibile, almeno le notizie non lasciamole cadere in prescrizione…’’.
Non siamo abituati a tirare in ballo il presidente Napolitano, ma quanto sta accadendo nel polo Raiset rappresenta una vera e propria emergenza democratica che richiede la più attenta e rigorosa vigilanza perchè sono in gioco beni e valori costituzionali non comprimibili, pena lo svuotamento sostanziale dell’ordinamento democratico.
Nei giorni scorsi i segretari dei partiti di opposizione avevano annunciato, almeno su questo tema, una iniziativa comune. Sarà il caso che la facciano subito, perchè, nei prossimi giorni, l’oscuramento crescerà, e voleranno randellate mediatiche contro gli oppositori, moderati o radicali che siano, alti o bassi, credenti o atei, Berlusconi non farà eccezioni.
Non limitiamoci a contrastare i bavagli che verranno, cominciamo a strappare quelli che già ci sono, contrastandoli ovunque: nelle redazioni, nei tribunali, nel parlamento, nella rete, nelle piazze, ovunque sarà possibile, almeno le notizie non lasciamole cadere in prescrizione…’’.
plz
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