Quante volte avete detto ‘’quello e’ uno stupido’’?
Tante volte! Ne sono convinto.
Forse non sapete che un famoso economista, Carlo M. Cipolla, ha codificato la ‘’stupidita’ umana’’ (soprattutto quella senza le virgolette) in cinque leggi fondamentali, elencate e spiegate, anche con grafici, in un micro-libro dal titolo ‘’ALLEGRO ma non troppo’’, edizioni Il Mulino.
Ecco le cinque leggi:
- Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
- La probabilta’ che una certa persona sia stupida e’ indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona.
- Una persona stupida e’ una persona che causa un danno ad un’ altra persona o gruppo di persona senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per se’ o addirittura subendo una perdita (definita: Aurea legge).
- Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
- La persona stupida e’ il tipo di persona piu’ pericolosa che esista.
Il corollario della legge e’ che: lo stupido e’ piu’ pericoloso del bandito.
Posso aggiungere di mio che il massimo e’ avere a che fare con un bandito stupido o con uno stupido bandito.
Queste leggi della stupidita’ mi sono venute in mente leggendo la bozza del nuovo testo di indirizzo sul pluralismo presentata dal senatore del Pdl, Alessio Butti, alla Commissione di Vigilanza della Rai.
"Tenuto conto dell'attuale distribuzione, durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni - si legge nel testo depositato da Butti - che concentrano nella prima serata del martedì e del giovedì i programmi più importanti di approfondimento politico, onde evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell'informazione rispetto ad altri, la Rai valuti l'opportunità di sperimentare l'apertura di altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale".
Il Pdl se ne inventa un'altra. Non soddisfatto di remare contro a programmi che fanno milioni di ascoltatori, ora vuole imporre l'alternanza di settimana in settimana tra conduttori di talk show, con diversa formazione culturale, che vanno in onda nelle fasce migliori del palinsesto. Il relatore di maggioranza Alessio Butti, nell'illustrare in Vigilanza la bozza del nuovo testo di atto di indirizzo sul pluralismo presentato dal Pdl, ha spiegato che l'occupare sempre le serate di martedì e il giovedì ‘’è diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori’’.
Il testo proposto dall’ ineffabile Butti e’ un modo, checche’ ne dica il senatore, per eliminare dal palinsesto televisivo Floris, Santoro, Gabanelli, Serena Dandini, Fazio, Vergassola…, tutti invisi al cavaliere, datore di lavoro di Butti. Soprattutto AnnoZero. Siccome non si riesce a far fuori Annozero per una strada, se ne sperimenta un'altra. Quella del centrodestra è ormai diventata un'ossessione.
Sono 20 i punti che compongono l'atto. Già al secondo Butti sostiene l'esigenza, "laddove il format della trasmissione preveda l'intervento di un opinionista a sostegno di una tesi", di garantire "uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali in ossequio al principio non solo del pluralismo ma anche del contradditorio, della completezza e dell'oggettività dell'informazione stessa".
In sostanza si chiede la presenza di un secondo opinionista in studio. "Non è contestabile a giornalisti ed opinionisti del servizio pubblico - dice il Pdl in Vigilanza - il diritto di esprimere un'opinione, è semmai da valutare il pericolo che quell'opinione diventi 'la' verità e non 'una' verità". E questo "è ancor più necessario per quelle trasmissioni - dice Butti - che apparentemente di satira o di varietà, diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica e sociale, senza quelle tutele previste per trasmissioni più propriamente giornalistiche".
Alla Rai viene chiesto - qualora quest'atto di indirizzo passi - l'impegno ad "aumentare l'offerta di approfondimenti giornalistici affidati a conduttori di diversa formazione culturale, mostrando particolare attenzione alla collocazione oraria e di rete dei nuovi format". Questo perché ad oggi la Rai "all'interno dei suoi palinsesti rivela un forte squilibrio", e con quell'invito si opererebbe invece verso il "rafforzamento del pluralismo aggiuntivo che non sopprima voci ma ne aggiunga altre di diverso orientamento". Pluralismo che "non va inteso solo nell'ambito strettamente politico o partitico", ed e' anche vero che per approfondire un tema di attualità "non è necessaria la presenza di politici, in rappresentanza di partiti, in studio. Si può facilmente attingere da altri ambienti in grado di rappresentare le diverse opinioni sulla materia in discussione, dando così vita ad un contradditorio scevro da condizionamenti o contagi di natura partitica, in quanto non e' detto - scrive Butti - che il pluralismo dei partiti debba sempre essere il pluralismo del Paese".
Partiti che comunque "restano il cardine del sistema democratico" e quindi come tali "non possono essere oggetto di ostentato ostracismo da parte del servizio pubblico". E dunque "tutti i partiti presenti in Parlamento" devono trovare, "in proporzione al proprio consenso e in riferimento al ruolo e all'iniziativa esercitati rispetto ai temi in discussione", opportuni spazi nelle trasmissioni di approfondimento giornalistico, affidando il rispetto di questa disposizione "al buon senso di conduttori e direttori di rete o testata".
L’ ex ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni cosi’ spiega la proposta Butti:’’ Ma di cosa sta discutendo la Commissione di vigilanza sulla Rai? Per quanti non abbiano seguito la questione, o siano estranei al ramo, traduco il documento presentato dal senatore Alessio Butti, capogruppo del Pdl. Pur non essendo autorizzata, garantisco che la mia traduzione è assolutamente fedele al testo proposto. E forse aiuta a capire il senso di un’operazione che ha due obiettivi precisi, uno il martedì e l’altro il giovedì.
1) La Rai deve riflettere gli orientamenti della maggioranza degli elettori. E non solo nell’insieme, ma sempre e in ogni trasmissione.
2) Quando il format prevede l’intervento di un opinionista (Travaglio, ndr), bisogna farne intervenire anche un altro di diversa opinione.
3) Quanto sopra vale a maggior ragione per le trasmissioni «apparentemente di satira che dibattano temi di attualità politica e sociale». Anche per costoro (Litizzetto, Gramellini, Vergassola, ndr) serve il contraddittorio.
4) Vanno moltiplicate le trasmissioni affidate a conduttori di centrodestra (da aggiungersi al Tg1, a tutta Mediaset, a Vespa, Paragone, nonché Ferrara e Sgarbi già in arrivo, ndr).
5) I partiti non possono essere «oggetto di ostracismo» nei talk-show. La loro presenza deve essere inoltre proporzionale alla consistenza elettorale.
6) Sono vietati gli applausi, «le riprese che facciano un uso suggestivo della rappresentazione » (?, ndr), la presenza condizionante del pubblico.
7) È vietato leggere i testi delle intercettazioni telefoniche.
8) Per «evitare la posizione dominante di alcuni operatori dell’informazione» (Floris e Santoro, ndr) ogni settimana nelle prime serate di martedì su Raitre e di giovedì su Raidue devono alternarsi diversi conduttori «secondo una equilibrata alternanza settimanale».
9) Quanto detto nei punti precedenti non vale per Augusto Minzolini. I suoi editoriali vanno semplicemente «preservati», a patto che siano distinti dalle notizie’’.
Flavia Perina, deputata di FLI, in una nota afferma che «la fantasia del senatore Butti ha partorito una nuova formula: quella dei talk show a targhe alterne. Sperando di non fraintendere, i principi del pluralismo televisivo esigerebbero che il martedì e il giovedì non ci fossero sempre Floris e Santoro, perchè questa sarebbe una 'rendità. Se così è, non si capisce perchè ogni sera a dirigere il Tg1 debba essere Minzolini e a condurre Porta a Porta sia sempre Vespa. Il problema è che il bilancino che Butti utilizza per misurare l'equilibrio nel sistema televisivo si applica solo a quegli spazi dell'informazione Rai dove non domina la retorica governativa, ma trova spazio anche la polemica anti-governativa. Ed è quantomeno ridicolo, per non dire inquietante, che nell'informazione tv, controllata come non mai da Berlusconi, sia sul versante pubblico sia su quello privato, si vadano a cercare 'sacche di opposizione da normalizzare».
Fa specie che un grande giornalista come Sergio Zavoli , presidente della Commissione di Vigilanza, anziche’ dichiarare irricevibile la bozza Butti ha detto che il documento a alcune novità rispetto al precedente, e si aspettava che dalla Commissione, ovvero dalla minoranza, venissero eventuali emendamenti. Invece, c'è stato un dibattito che ha finito con allungare ancora i tempi, irritando Zavoli che in maniera netta ha preso posizione e accusato la minoranza di non contribuire alla ricerca di una soluzione condivisa.
Ho grande rispetto per Zavoli, maestro di giornalismo, ma mi pare che che non abbia compreso che il Pdl di fatto vuole mettere il bavaglio all’ informazione di approfondimento del servizio pubblico e non mi pare però che, rispetto al precedente testo, ci siano grandi miglioramenti e, poi, per quanto riguarda l'approccio il testo, a mio giudizio, resta irricevibile.
Presidente Zavoli secondo te la Rai non rispecchia nei suoi programmi l'opinione della maggioranza? Non ti sembra che vada garantita la libertà d'espressione, l'autonomia del giornalista? Ti pare giusta l'idea che ci sia nei programmi di approfondimento un doppio opinionista ?
Siamo , a mio giudizio al delirio, è un'ossessione del centrodestra verso alcuni programmi, belli o brutti che siano. La proposta Butti, ripeto, non e’ altro che un meschino tentativo di mettere il bavaglio all’ informazione e impedire che si parli dei guai giudiziari di Berlusconi e dei problemi del Paese. L'opinione pubblica ha il diritto di essere informata ed il servizio pubblico ha il dovere di informare, checché ne pensi il premier. I maggiordomi del padrone del Pdl hanno ormai perso ogni freno inibitorio , sono diventati sfrontati e sono pronti anche a coprirsi di ridicolo pur di assecondare i desideri del capo. La libertà d'informazione ed il pluralismo sono fondamentali per la difesa della democrazia, nonostante Berlusconi abbia militarizzato l'informazione televisiva, pubblica e privata. Le fandonie di regime, però, si scontrano con la realtà e gli italiani non sono sciocchi.
L’ obiettivo di Butti e’ chiaro: porre rimedio al pesante squilibrio verso sinistra, che secondo il Pdl, e’ offerto dai palinsesti Rai. In pratica vuole influire sull’ opinione pubblica.
E, in effetti, Carlo M. Cipolla afferma che come tutte le creature umane, anche gli stupidi influiscono sulle altre persone. Sostiene che tra burocrati, generali, politici, capi di stato e uomini di Chiesa, si ritrova l' aurea percentuale di individui fondalmentalmente stupidi la cui capacita' di danneggiare il prossimo fu (o e') pericolosamente accresciuta dalla posizione di potere che occuparono (od occupano). Per lo studioso classe e casta (sia laica, sia ecclesiastica) furono gli istituti che permisero un flusso costante di persone stupide in posizioni di potere nella maggior parte delle societa' preindustriali: Oggi, secondo Cipolla, al posto di classe e casta, ci sono partiti politici, burocrazia: Inoltre le elezioni sono uno strumento di grande efficacia per assicurare il mantenimento
Non e' difficile comprendere come il potere politico o economico o burocratico accresca il potenziale nocivo di una persona stupida: basta solo un 20% di stupidi per provocare l’ 80% di danni, e l’ 80% dei costi di questi danni deriva dal 20% degli stupidi.
Concludo con queste considerazioni di Cipolla: ''La persona intelligente sa di essere intelligente. Il bandito e' cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto e' penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido''.
Avete presente qualcuno? Si'? Bravi avete una acuta intelligenza!
''...Così è se mi pare!''
Ciò che colpisce è come gli italiani subiscano queste cose. Bisognerebbe scendere in piazza tutti i giorni e non solo ogni tanto, come purtroppo avviene. Se non sarà la gente a dare una spinta ho paura che dovremo tenerci questo regime finchè campa il timoniere. Un salutone, Fabio
Scritto da: Fabio | 03/03/11 a 18:42