Questo post e’ formato da brani di un’ analisi sul rapporto clero e delinquenza fatta da G.L.Arrighi e D. Cassarini.
Gli antichi paragonarono la Chiesa Cattolica all’ araba fenice, al mistico uccello orientale, che campava mille anni, e dopo questo periodo moriva abbruciato dai raggi del sole per risorgere, dalle sue ceneri stesse, a vita novella e piu’ rigogliosa.
La Chiesa, hanno detto i cristiani, potra’ per un momento cadere, potra’ apparire debole e abbattuta, ma risorge tosto a un periodo piu’ esuberante di vita, perche’ in lei sono i germi di ogni umano e civile progresso. Queste stesse parole vengono ripetute oggi che il partito clericale ha deciso di rinnovarsi, entrando con forza e con energia nella lotta politica.
E questo fenomeno e’ ben naturale. La legge eterna che incombe sugli uomini e sulle cose impone agli individui e alle istituzioni di guadagnarsi la vita con la lotta. Che’ solo la lotta, l’ attivita’ e’ simbolo di vita; l’ inerzia e il sonno rappresentano la morte. Oggi appunto assistiamo al risveglio di questo partito.
Il partito clericale interverra’ in massa alle elezioni politiche; il non expedit che oggi e’ ne’ piu’ e ne’ meno che una formalita’, giacche’ non pochi clericali hanno preso questa volta parte attiva – e quanto! – alle politiche elezioni, ne’ mancano parlamentari che hanno dichiarato semplicemente e recisamente di andare a Roma a rivendicare i diritti della Santa Sede, il non expedit, che cio’ nonostante puo’ essere ancora un freno per qualche coscienza, presto verra’ tolto o, per diritto di consuetudine, perdera’ ogni efficacia.
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Dopo aver considerato le ragioni intime fra i tre fenomeni sociali, lo sviluppo del clero, la mancanza di cultura, l’ ammontare della cifra del delitto vogliamo noi studiare piu’ intimamente la ragione fra la Chiesa e la delinquenza nel suo sviluppo storico, per venire finalmente a parlare dei preti che salgono ignominiosamente la scala del delitto.
L’ avv. Locatelli afferma: Dove la civilta’ non ha ancora ben penetrato, anche le idee di giustizia e di morale non sono abbastanza chiare, quindi si vede la religione farsi alle volte partecipe, istigatrice al delitto.
Il valente giurista, parlando della Sicilia, scrive, e’ impossibile immaginare l’ immoralita’ che dovevano spargere nelle classi povere quelle parecchie migliaia di religiosi, provvisti di ricchezze, di influenza , oziosissimi e dotati dello spirito ardente e della vivissima sensualita’ dei popoli meridionali. Per essi erano peccati perdonabili la seduzione, l’ adulterio e persino l’ incesto.
L’ assassino che rivelava al confessionale il proprio misfatto e che cercava di scusarsi adducendo l’ offesa ricevuta, veniva assolto e esonerato dal darne scarico alla giustizia umana.
V’ era di peggio. In grazia di una bolla antica, il clero componeva a denaro i delitti. Esisteva anche una tariffa per la remissione di tutti i peccati.
Tariffe per atti d’ impurità, di qualunque natura, anche per prete che aveva una concubina o una monaca lussuriosa, per ogni peccato di lussuria.
Venivano scusati i peccati di sodomia dei preti.
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Finalmente quanti delitti non si sono compiuti dal clero, dai preti stessi, delitti che spessissimo rimangono nell’ ombra ignorati ed oscuri, come i cataclismi che sconvolgono la terra e preparano la catastrofe nel piu’ profondo della notte?
Quante povere vittime che non possono avere la soddisfazione della giustizia e devono nel silenzio soffocare il loro dolore, quanti poveri martiri di una bgrbarie che esiste ancora nella pienezza della civilta’! E le statistiche parlano, dimostrano con la massima evidenza i crimini dei preti, tra i quali come e’ ben naturale, predomina il delitto di stupro; parlano i giornali ed espongono coi piu’ foschi colori la malefica azione di questi subdoli apostoli dell’ mumanita’, ma possiamo fermamente asserire che di questi delitti la maggior parte rimane occulta.
Sono le vecchie istituzioni che hanno bisogno di reggersi a vicenda e di coprire insieme i danni che arrecano all’ umano consorzio.
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Commento:
Questo saggio di grande attualita’ considerate le intrusioni della Chiesa nelle ultime elezioni regionali, la lotta all’ utilizzo della cosiddetta pillola del giorno dopo, e’ stato scritto, ricordo, da G.L. Arrighi (storico della pedagogia) e D. Cassarini, non oggi, ma nel 1905, e pubblicato dalla casa editrice Nerbini di Firenze.
Non dobbiamo dimenticare che per la Chiesa il divorzio e l'aborto sono "colpe gravi", che l'eutanasia è un "esempio di cultura della morte", ricordiamo il caso di Eluana Englaro. La Chiesa si e’ sempre occupata dei fatti interni dell’ Italia, condizionando non poco la vita politica nazionale.
In occasione delle elezioni regionali del marzo scorso la Chiesa, per bocca di Bagnasco, aveva lanciato il suo spot elettorale di fine campagna elettorale, schierandosi apertamente. Aveva invocato a viva voce un voto contro l’aborto, l’equivalente di dire “votate il centrodestra”. Abbiamo assistito, ancora una volta al tentativo, nemmeno celato, di condizionare il voto.
Oggi in un momento di decadenza, in un momento di abbandoni, la Chiesa non trova di meglio che allearsi con una classe politica corrotta, dimenticando gli avanzi di galera che popolano la politica nazionale, scrivono leggi ad personam, incostituzionali, e nei ritagli di tempo insultano i magistrati. La Chiesa si allea con la politica che non vuole che i suoi molti delitti vengano scoperti e puniti.
La Chiesa cerca l’ appoggio nelle Istituzioni laiche per coprire le proprie magagne. Questo , a mio giudizio, e’ la piu’ chiara dimostrazione della sua impotenza, della sua fiacchezza.
La Chiesa che nel 1960 dopo un saggio di Fabrizio Dentice nell’ Espresso sul famoso settimanale anticlericale ‘’L’ Asino’’ (direttore Giovanni De Nava), richiamandosi al Concordato, aveva chiesto misure repressive della liberta’ di stampa e che le venisse riconosciuto il diritto di sindacare l’ attivita’ di un giornalista e di un giornale, con chi cerca alleanza oggi? Facile la risposta: con un premier che vuole imbavagliare la stampa e sta preparando una legge che oltre a impedire le indagini dei magistrati chiudera’ la bocca ai giornalisti.
Riguardo l’ ultimo scandalo che l’ ha colpita, tace, o rimanda alle cosidette ‘’linee guida’’, un testo del 2003 e attribuibile all’ allora cardinale Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI.
Ma nonostante queste linee guida (rispettare le leggi civili di ciascuno Stato) nessun vescovo ha denunciato un prete pedofilo, anche nei paesi dove tale denuncia e’ obbligatoria. Nonostante queste linee guida, non vengono aperti gli archivi della Congregazione della dottrina della fede sui casi di pedofilia, e consegnati alle autorita’ giudiziarie, in modo che anche la giustizia terrena possa fare il suo corso secondo le leggi vigenti in ciascun paese.
Nonostante questa evidente contraddizione, il Pontefice non smette di ribadire che "i 'no'’ che la Chiesa pronuncia nelle sue indicazioni morali e sui quali talvolta si ferma in modo unilaterale l'attenzione dell'opinione pubblica, sono in realtà dei grandi ‘’sì'’ alla dignità della persona umana, alla sua vita e alla sua capacità di amare.
‘’…Cosi’ e’ se mi pare!’’
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